Note di regia

 

 

THEATRON - Teatro antico alla Sapienza

 

ESCHILO - AGAMENNONE

 

 

 

 

“Da tempo ho il silenzio come unica cura al danno  (V.548)

Dopo un silenzio collettivo di sgomento ed incredulità abbiamo strenuamente creduto che fosse necessario iniziare a curare “il danno”  anche con la parola. Anzi, con il suono delle parole, con tutti i linguaggi sonori connessi alla loro pronuncia tanto in italiano quanto in greco antico, e insieme a loro, per estensione, con tutte quelle suggestioni acustiche capaci di incantare immediatamente uno spettatore e proiettarlo in una lunga notte fuori dal tempo. Il buio nel quale ci siamo ritrovati di colpo e dal quale tentiamo di uscire emotivamente e fisicamente con il conforto di una labile luce è lo stesso buio rischiarato da un piccolo fuoco dentro al quale si muovono i protagonisti della tragedia Agamennone, in bilico tra speranze e timori, sospetti e premonizioni, paura e sgomento. Ma forse ancora, come tutti noi, mossi da un ultimo, incrollabile istinto di sopravvivenza.

La rinuncia al calore dell’incontro fisico e l’impossibilità della ludica condivisione di cui l’esperienza teatrale si nutre non hanno tuttavia pregiudicato la felicità di trovarci, di stare insieme, di farci compagnia. Di essere una Compagnia.

Questa sorprendente coesione ha avuto la capacità di trasformare ogni ostacolo in una opportunità, facendo di un accendino una lanterna, di un rossetto una lama, di un guanto una quinta. E di una piattaforma virtuale un inedito quanto suggestivo palcoscenico.

 

Adriano Evangelisti e il Laboratorio di messa in scena

 

 

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