Note di traduzione

 

 

 

THEATRON - Teatro antico alla Sapienza

 

ESCHILO - AGAMENNONE

 

 

 

“La traduzione di un testo di Eschilo solleva diversi problemi, per la sua densità e per l'intrinseca complessità del lessico e della sintassi, nonché, ovviamente, per l'arcaicità dei referenti culturali. La volontà di mantenere la forza del greco e di trasferire la potenza dell'immaginario e della lingua greca nella lingua italiana - questa ci è sembrata la via giusta da seguire, spesso anche a discapito di una traduzione rigorosa. Altre volte, al contrario, proprio la fedeltà al greco ci ha consentito di rendere la suggestione di alcuni passaggi del testo originale. Le tematiche della sophrosyne, del "buon senso", della pistis, dell'idea di Agamennone come uomo di successo e tutta la semantica dell'olbios, della ricchezza, della prosperità, sono solo alcune delle linee interpretative sulle quali si fonda la traduzione che, a volte, ha operato scelte audaci. D'altro canto, tradurre vuol dire scegliere e, perché no, anche osare.”

Queste parole sintetizzano lo spirito della traduzione dell’Agamennone pubblicata da Theatron nel 2014 e accolta con favore generale dalla critica e dal pubblico. La volontà di conferire maggiore potenza espressiva in alcuni passi controversi ci ha spinto a revisionare la nostra precedente traduzione sulla base dei più recenti commenti. Il lavoro di quest’anno è stato evidentemente diverso dagli altri, vista l'emergenza sanitaria che ci siamo trovati a fronteggiare. Si è discusso a distanza, ognuno nella propria casa: invece di riunirci fisicamente per discutere di Eschilo, è stata la viva voce del testo di Eschilo a entrare nelle nostre case e a guidarci, come un’unica mente, nelle profonde riflessioni che la tragedia offre.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     Anna Maria Belardinelli e il laboratorio di traduzione

 

 

 

 

 

 

 

 

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